L’arrostimento del Bo’
L’ultima sera della sagra si chiude con la rievocazione storica di un’antica tradizione che risale alla fine del 1800, quando a Saonara, come in altri paesi limitrofi, per mancanza di mezzi di sostentamento, regnava la “pelagra”, malattia dovuta ad un’alimentazione scarsa ed inadeguata.
I “signori” di Saonara pensarono di fare qualcosa di utile in quella che era considerata allora la festa più sentita e partecipata. Presero quindi un bue, lo arrostirono e ne diedero le carni ai poveri del paese perché anche loro potessero far festa almeno una volta l’anno.
L’arrostimento del bo’ venne fatto per la prima volta nel 1883 nella Villa dei Conti Morosini, ora Sgaravatti, poi nella villa Cittadella-Vigodarzere, ora Valmarana, e da ultimo nel 1938 dietro le scuole elementari del capoluogo. Da alcuni anni ora si rievoca questa antica tradizione bruciando, nella serata conclusiva un bue di cartapesta. All’arrostimento del bo’ fa seguito lo spettacolo pirotecnico che chiude i festeggiamenti della settimana della Sagra dell’Assunta.